Tra fenomeno e noumeno kantiano, credo ci sia di mezzo l'immaginazione intesa come grande soffio che trasporta all'infinito.
Il noumeno dell'Uomo è quello che non esce mai o, se si palesa, lo fa nelle situazioni di pericolosità vitale.
Nemmeno quando si è da soli.
Nemmeno quando posiamo le chiavi di casa sul tavolo.
Le maschere ci imprigionano nella sfolgorante finzione, squarciando i sognatori.
E' difficile quanto bello essere quaderni senza margini.
E' affascinante ed assolutamente sorprendente crederci.
Credere alla vita, al Sole, alle acque di Luna.
Credere alla potenza delle parole, e dell'arte, e della poesia.
E alla pervasività delle casette sugli alberi, dacchè sono proprio attaccate alla Linfa.
Il noumeno esce quando brillano gli occhi, e il cuore, e ti viene quella cosa bella nella pancia.
Solo tu sai per cosa sei venuto al mondo. E lo sai, lo sai benissimo. Prova a dirtelo, ad urlartelo, a gridartelo. Sdoppiati, se necessario. Ma non patteggiare mai per colpe che non hai. Non vederti vivere soltanto ...
e non fondere il tuo bel cuore con la pattumiera.
Resta artista! Resta artista! Resta artista, e poi filosofo, e poi romanziere, e poi poeta. Ma resta!
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