Avevo smesso di scrivere. Per mesi, non ho scritto.
Non ho raccontato storie strane ai miei fogli e non mi è venuto in mente niente.
Ho eseguito compiti, elaborati, appunti ma non ho scritto. E non me ne pento.
Sarei stata una madre inadempiente, se si fosse parlato di bambini, pannolini e pappette.
Però il concetto è speculare:
abbandoni le biro e lasci all'addiaccio anche la carta.
"Mai pen rai", dal tailandese : "lascia fare alla vita".
Non è passività intransigente, è semplicemente un "non voler forzare le cose".
Quello che succede ci porta sempre da qualche parte: forse, se non mi fossi allontanata dalle lettere, non avrei aperto questo blog di scrittura creativa, e nemmeno voi lettori, sareste stati qui a leggere queste poche righe.
E' ritornato tutto, è ritornato il fuoco, è ritornata la passione, si sono ricaricate le mie dita come delle pile a consumo, le penne scrivono ancora e le carte non sono del tutto state mangiate dalla polvere.
Esiste un esatto momento in cui ti rendi conto che sei destinato a qualcosa.
O quel qualcosa sa che è destinato a te.
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