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Immagine del redattoreRita Mollo

PERDERE TEMPO NON E' SEMPRE PERDITA


Rimanere un altro po'.

Alla fermata dell'autobus, a letto, al bar, alla finestra, a fissare le anime, in libreria, al semaforo col verde scattato...

Essere sospesi tra un fare ed un non voler fare.

Essere padroni e sentirsi inette pedine.

Io penso spesso all'altra faccia della depressione: impegnarsi in troppe cose e tutte insieme, senza nemmeno riuscire a prendere fiato.

Una dietro l'altra, senza stop.


Ed è un vortice insano che prende i visi e li stravolge, che porta lo stomaco a farsi a fettine.

Tutto deve essere perfettamente incastrato e pronto e brillante ed eccezionale ed ammirevole ed eccetera, eccetera, eccetera...


La bocca diventa amara e gli occhi perdono la vista; quella produttività così urgente crede di poter colmare la voragine di vuoto che ti assale quando non hai niente da fare.

Ma non bastano piccole pezze per aggiustare la stoffa manchevole.


Respira.

Gli applausi degli altri, non sono gli applausi tuoi.

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