Secondo la patografia di Jaspers in "Lettere a Theo" Van Gogh rideva cordialmente, in modo giallo, come il colore dei girasoli suindicati.
A volte, invece, si isolava e toccava gli abissi con tutta la testa, per poi finire trafitto dagli aguzzi residui del mare.
Dualismo esistenziale che non riesce a risolversi.
Cuore intermittente che straborda di pennellate materiche e pastose.
Abbondanti come l'anelito d'amore, abbondanti come l'inattualità, abbondanti come la vita che Vincent inseriva nei suoi dipinti.
Ma non è che la "inseriva" in modo educato.
La lanciava proprio, la vita.
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